Etimologia della psiche: il Demonio è buono o cattivo?

Etimologia della psiche: Il DEMONIO è buono o cattivo?

di Barbara Collevecchio –

Chi mi conosce sa bene che le mie riflessioni partono sempre da quella che ritengo una “Grande madre” buona, bacino di infinite suggestioni e scoperte: l’etimologia.
Perché è importante andare alle origini della lingua? Non per puro “citazionismo” dotto ma per un’esigenza fondamentale: esplorare i nostri limen intellettuali attraverso i limiti della comprensione  del nostro linguaggio.  Molto spesso usiamo le parole in modo inconscio: senza conoscerne i reali e profondi significati. Se assumiamo che la parola è simbolo, significante e non mero segno, l’esplorazione e amplificazione del significato della parola diventa un concetto filosofico e un messaggio psichico.
Qual è la differenza tra simbolo e segno? Il segno è un semplice significante che ci riporta ad un univoco significato: un esempio possono essere i cartelli stradali. Il simbolo invece, dal greco Sun-ballo, significa mettere insieme. Mettere insieme cosa? La parola come simbolo coagula in sé dei messaggi psichici, dei concetti .
Il simbolo è sempre polisemantico ovvero ha più significati. Spesso un simbolo archetipico ha, come il tao, un livello inferiore ed uno superiore. Prendiamo ad esempio il significato di DEMONE.
Il dèmone s.m. [inizio sec. XIV] è uno spirito con facoltà soprannaturali. La parola deriva da quella meraviglia concettuale che è la lingua greca:  daímōn -onos e si traduce in ‘genio, essere soprannaturale’. Quindi per i greci un demone non aveva una connotazione negativa, esso è  divenuto ‘spirito maligno, demonio’ nella visione giudaico-cristiana. Perché?
Per capirlo dobbiamo risalire ad alcuni miti cosmogonici: in molti di essi Lucifero (colui che porta la luce) è una sorta di Prometeo, un mediatore psichico che connette l’umanità con gli dèi e le divinità. La stessa valenza è riscontrabile nel Dio Ermes, il messaggero degli Dèi, anch’egli ritenuto ladro e truffaldino. Portare la conoscenza agli uomini, far luce lì dove è oblio e ignoranza, è peccato. Questo ci dice  il mito di Prometeo, questo ci dice una bella scultura del figlio del filosofo Emanuele Severino. Non tutti sapranno che il noto filosofo ha un figlio che è anche un bravissimo scultore: Federico Severino. A casa del padre c’è una sua importante  scultura raffigurante Orfeo. Lo scultore ci regala un Orfeo schiantato a terra con la sua lira. Persa Euridice, perso l’amore, cosa resta ad Orfeo? Questa statua a testa in giù rappresenta anche la caduta di Lucifero: la caduta a terra, lo schianto vertiginoso di chi viene punito per il suo peccato di Ubris: la tracotanza di chi si sente più forte degli dèi, di chi li sfida. Un dio punisce sempre l’uomo che vuole guardarsi indietro. E il voltarsi di Orfeo è un cercare un significato profondo, interiore, è uno sguardo indiscreto nei confronti di tutto ciò che è ctonio: uno sguardo sull’Ade, sull’inconscio. Molto pericoloso farsi domande.
Quindi, tornando al Daimon, questo genio, questo spirito per i greci non era diabolico, ma una voce interiore che ci chiama alla nostra realizzazione attraverso una più compiuta conoscenza. Conoscenza che può essere pericolosa perché prevede un’esplorazione  dell’osceno. Osceno: fuori dalla scena, fuori dal manifesto. E come sappiamo da Freud i contenuti inconsci sono spesso e volentieri osceni, pruriginosi.
Eppure la sfida della complessità è questa: vogliamo accontentarci del manifesto o vogliamo ascoltare il nostro demone interno che ci spinge a “ ulteriorizzarci” e a conoscere veramente?
Circa i fraintendimenti e le bugie che ci diciamo e che ci dicono voglio farvi un esempio molto interessante. Il diavolo è buono o cattivo?
LA MISTIFICAZIONE DEL SIMBOLO DI BAPHOMET: SOLVE ET COAGULA
Bafometto o Baphomet è il nome, ricorrente nella letteratura occultista del XIX secolo, di unidolo pagano della cui venerazione furono accusati i Cavalieri templari.
Per molto tempo questa divinità  è stata male interpretata e intesa come entità demoniaca e perniciosa. Invece, se analizziamo  bene i simboli di cui è pregna, ci rendiamo immediatamente conto di quanto essi siano  positivi. Innanzitutto sul grembo c’è il caduceo, che come ho ampiamente scritto nel mio libro “ Il male che cura” è simbolo di unificazione positiva e curativa degli opposti e delle antinomie psichiche, tanto da diventare emblema della medicina. La mezza luna e le corna sono simboli di fertilità legati alla dea madre, il braccio in alto e quello in basso,” il solve et coagula”,  rappresentano i simboli alchemici dell’alto e del basso. La quadratura del cerchio, gli opposti che si integrano. Allora perché  quel volto caprino volto a spaventarci ? Perché alla chiesa d’allora conveniva denunciare e rendere eretici i Templari. Ma quante di queste mistificazioni ci hanno allontanato dal vero?
“Noli altum sapere” , in greco voleva dire “ non ti insuperbire della conoscenza”, ovvero, rimani umile. La chiesa ce l’ha tramandato come “non voler conoscere” . Eresia in greco vuol dire “libera scelta”… oggi cosa ci significa invece eresia?
Spero di non avervi annoiato e di aver scalfito un poco di false certezze. Il vero demonio, il vero peccato è restare ignoranti. Ce lo insegnano i miti, sempre attuali. Il vero pericolo è non approfondire, dare per certe informazioni che certe non sono. Certo, il rischio di affrontare e cercare la verità è quello di schiantarsi a terra, con tutto il pesante carico delle nostre illusioni… ma io vi chiedo: e se la bellezza non fosse in alto ma nel basso?
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