La maestosa potenza delle parole: in tedesco Ergriffenheit ( emozione) deriva dal verbo Greifen : afferrare. L’emozione è qualcosa che ti afferra. Emozione dal latino emovère (ex = fuori + movere = muovere) letteralmente portare fuori, smuovere. L’emozione dunque è qualcosa che ti afferra e ti porta ad agire. Ecco qui il senso di una comunicazione efficace. Ecco perché chi sa usare abilmente la comunicazione in politica, può portare le persone a compiere azioni, ad essere sedotta e a passare all’azione. Passare all’atto può significare semplicemente cambiare atteggiamento ed opinione, andare a votare per un determinato candidato, così come ” incazzarsi” e iniziare ad aggredire gente per strada se il politico di riferimento crea un nemico da odiare.
Che cosa hanno in comune la comunicazione di #Trump, #Brexit, #Salvini e #m5s? una comunicazione basata su due concetti emotivi : paura e urgenza. Paura e urgenza sono potenti emozioni che scatenano l’azione e cambiano gli atteggiamenti.
I politici che usano la crisi per manipolare cercano di aumentare la paura e insicurezza. Il loro scopo è quello di creare un senso di sventura certa che può essere evitato solo eleggendoli. Il meccanismo è : devi avere paura, sentirti insicuro e credere che solo io posso proteggerti.
La mia domanda è: se non ci sono reali percezioni di paura, urgenza, crisi, può la propaganda, anche molto sofisticata, arrivare a creare emozioni e dunque a cambiare atteggiamenti e motivare al voto? Secondo una ricerca non vi sono dubbi sul fatto che la presenza o l’assenza di immigrati e il modo in cui l’immigrazione è inquadrata da altri attori politici e dai media è uno dei principali fattori che contribuiscono al sostegno dell’estrema destra.
Cosa significa questo? che se c’è un’estrema destra che ritiene gli immigrati pericolosi, se i media pompano notizie del genere, se altri partiti si accodano, che l’immigrazione sia un forte pericolo ed urgenza, diventa mainstream cioè le persone ci credono e se ne convincono. Visto che tendiamo a credere a ciò che conferma i nostri punti di vista attuali, il bias di conferma, uno dei molti bias cognitivi che influenzano il nostro pensiero, ci rende più propensi a credere qualcosa se supporta la nostra visione esistente o la comprensione del mondo. Potete quindi immaginare quanto programmi televisivi sempre più incentrati sul ” problema immigrazione”, aumentino una percezione distorta sulla presunta invasione di pericolosi stranieri nel proprio paese.
Solo perché un candidato sta dicendo ciò che crediamo sia vero non necessariamente lo rende la verità. Ma per capire questo la nostra psiche dovrebbe fare o aver già fatto un lavoro enorme di autoconsapevolezza.
Come può una società intera infettarsi con xenofobia e paura, arrivare a diventare razzista l’abbiamo visto. Come se ne possa uscire non è semplice. Ma neppure impossibile. E’ dimostrato che i partiti di estrema destra si sono rafforzati negli anni recenti non grazie a capi carismatici e leader chissà quanto straordinari ma solo per via della paura e per aver egemonizzato il discorso razzista sugli immigrati. E’ dimostrato che gli altri partiti che sono andati appresso a questa tematica e che i media mainstream hanno rafforzato questo story telling. Ed è dimostrato che solo le emozioni più che i ragionamenti razionali, possono seriamente cambiare gli atteggiamenti ed opinioni. Vogliamo fare rete? Perfetto. Bisognerebbe che ognuno di noi iniziasse a fare politica nella propria vita di ogni giorno: parlando attraverso le emozioni, cioè mettendosi in gioco con l’altro. Se conosci qualcuno che sta diventando razzista o crede nella narrazione xenofoba, devi adottarlo: disprezzare chi ha paura non serve, fargli capire che è un coglione non serve, non capirà e la sua opinione si radicalizzerà. Bisogna parlargli con il cuore, so che sembra buonista e fuori moda ma è l’unico modo. Contemporaneamente giornalisti e media dovrebbero riconoscere la loro estrema responsabilità in un momento del genere e smetterla di inseguire i click e l’audience e rinunciare a seguire una narrazione della paura. I partiti politici che inseguono l’estrema destra sul terreno della paura e della lotta senza quartiere all’immigrato, dovrebbero fermarsi. Tutto ha un inizio e una fine. Bisogna smetterla di rilanciare i tweet di Salvini, smetterla di aumentare le sue interazioni e visualizzazioni. Smetterla di cadere nel giochetto che il problema è l’immigrato: se ci sono diseguaglianze, se c’è povertà o sfruttamento non è colpa di chi sta peggio di te, ma di un sistema che è profondamente ingiusto nelle sue fondamenta. Solo prendendo noi per primi coscienza che che l’estrema destra è il sintomo di un malessere più profondo, potremo guarire.