L’area politica vicina al premier pensa al «40%» ottenuto al referendum e alla ricandidatura. Col solo scopo di soddisfare la sua pulsione primaria: quella stessa fame di potere che la rode all’interno. Mentre fuori dai Palazzi la rabbia ingrassa le destre.
L’Istat conferma che un italiano su quattro è a rischio povertà. L’80% dei giovani ha votato in massa contro il governo Renzi, gli stessi giovani che in questo momento sono tra le fasce più deboli della popolazione con una precarietà e disoccupazione alle stelle. Lo psicoanalista Massimo Recalcati, prestato alla politica, sosteneva che i giovani hanno bisogno di un padre. Pur avendo anche io una formazione psicoanalitica, ritengo che si debba tornare al buon vecchio principio di realtà: i giovani non hanno bisogno di un padre, ma di poter pensare a un futuro di lavoro.
RIPORTIAMO IL POTERE AI FATTI. Se vogliamo analizzare psicologicamente questo voto, abbiamo tutti i dati davanti a noi e, nell’era della post-verità, abbiamo il dovere di prendere posizione e riportare chi è al potere ai fatti. I fatti, lancinanti e drammatici, dicono che il progetto di Matteo Renzi, che si era proposto come giovane rottamatore, è stato sonoramente bocciato proprio dalla stessa fascia della popolazione che avrebbe dovuto rappresentare.
LA RINUNCIA ALL’ANALISI. Parliamo di identità. La sinistra mondiale da anni è sconfitta per aver tradito il popolo che avrebbe dovuto rappresentare. La terza via dei Clinton e dei Blair non ha fatto che creare diseguaglianze e perdere terreno dando carne cruda alle destre populiste. Solo un narcisismo da potere può portare i leader odierni a chiudere gli occhi davanti a questa sconfitta mondiale e al pericolo incombente. Il meccanismo di difesa psicologico del potere porta quest’ultimo ad accusare il populismo, proiettando tutto il male all’esterno e rinunciando all’analisi fattuale delle cause reali della rinascita dell’estrema destra.
Credete che la Gente voti di pancia? Ebbene, quella pancia produce dolore perché è vuota. E con la fame arriva la rabbia
Una presa di coscienza seria sta diventando impossibile perché i leader, una volta al potere, cercano solo di mantenerlo e perdono completamente il contatto con la realtà. Quando essa arriva prepotentemente a schiaffeggiarli, se la prendono non con loro stessi e con le dissennate politiche che hanno dimenticato i più deboli, ma con la propaganda altrui. La propaganda fatta di notizie fake e di ingiurie non avrebbe mai attecchito se la popolazione non fosse stata ridotta alla fame e precarietà.
DARE UN SENSO ALLA SOFFERENZA. Ora in area renziana si pensa al 40% ottenuto e alla ricandidatura, come quegli stolti che continuano nella nevrotica coazione a ripetere. Il loro scopo è soddisfare la pulsione primaria: la fame di potere. E non sono minimamente in grado di rendersi conto che questa stessa fame li sta rodendo dall’interno, sta disintegrando la sinistra e ingrassando le destre. Bisogna fermarsi ora e ascoltare il dolore. Lo so, non è facile. Sarebbe molto più facile prendere un farmaco e dimenticare, continuare la folle corsa. Qui però non è in ballo il potere dell’establishment, ma il dolore della popolazione. Perché la cosiddetta “Gente” vota i populismi? Perché crede nelle scie chimiche e nelle fake news? Perché quando soffri ti attacchi a tutto, anche all’astrologia e a chi ti legge le carte. Dai un senso alla sofferenza e avrai la coscienza del cambiamento.
POLITICA AL SERVIZIO DELL’EGO. Cosa serve ora? Fermarsi, analizzare questi problemi, capire che la politica dovrebbe essere non al servizio dell’ego ma della popolazione e creare giustizia sociale. Credevano che i poveri non avrebbero votato perché distrutti e sconfitti. Non è vero. E non è in gioco il destino di un uomo solo o dell’establishment ma il benessere degli uomini. Forse credete davvero che la famosa “Gente” voti di pancia? Ebbene, provate a pensare che quella pancia non produce solo prodotti fecali ma dolore, perché vuota. E con la fame arriva la rabbia, con la rabbia la cecità, con la cecità nascono i nuovi Hitler.
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