La verità sulla federazione anarchica informale. La psicologia della “gioia di sparare”

Gambizzazione a Genova di Adinolfi, quanto sappiamo della FAI? E ci ricordiamo chi è stato De Gennaro nel contesto della mattanza Diaz al G8?

Innanzitutto la FAI è la federazione anarchica italiana, la  “nuova” FAI, quella che rivendica l’attentato è la federazione anarchica informale. Gli anarchici informali si rifanno al pensiero di Alfredo Maria Bonanno, fondatore dell’ORAI, anarchismo insurrezionalista. Per capire le teorie e pratiche dell’anarchismo informale o insurrezionalista, che nulla ha a che fare con organizzazioni, guru e associazioni è utile leggere ” la gioia armata ” di Bonanno, è sul web in pdf.

Molti giornalisti e lettori non capiscono un dato: nel volantino di rivendicazione  ( vero o falso che sia ) si cita molto spesso il piacere: delirio o parola chiave di questa frangia anarchica? Parola chiave, ora vi spiego perchè.

Dietro ogni atto politico c’è un movente psicologico.

Cosa rivendica l’anarchismo insurrezionalista? L’atto spontaneo, creativ0 e distruttivo allo stesso tempo, la gioia catartica e nichilista di distruggere l’esistente frustrante. Sovvertire il quotidiano :

“L’esterno quotidiano, nella sua pesantezza oggettiva, ci condiziona e ci riproduce. Siamo figli della banalità quotidiana”, scrive Bonanno ne ” La gioia Armata” .  Nei suoi scritti Bonanno, parla di morte , la morte quotidiana della riproducibilità dell’uomo visto come merce passiva e vittima della società dello spettacolo teorizzata da Guy Debord.  Come si risponde a questa angoscia di morte? a questo fantasma psichico e reale che attanaglia le vite ? Secondo Bonanno con l’atto sovversivo: per gli insurrezionalisti questo atto può e deve essere anche violento poiché la violenza è legittima difesa dal potere opprimente e in quanto schiavi, siamo legittimati all’atto rivoluzionario violento.

Atto edonistico? vacuità del gesto , acting out psichiatico? La gioia della rivoluzione, la gioia di un No, urlato con la violenza di un infante che distrugge l’oggetto d’amore. Melanie Klein, teorica della fase depressiva e paranoica dell’infante ha parlato di distruzione e posizione depressiva come fase di crescita e maturazione. Davvero psicologicamente abbiamo bisogno di un atto rivoluzionario di distruzione per rinascere? Bisogna uccidere i padri, dice la psicoanalisi, uccidere l’imago parentale per diventare autonomi, uomini e donne liberati e adulti. Questa, probabilmente la psicologia dell’atto distruttivo, dell’attentato.  Scendere a patti, per gli anarchici duri e puri è come contrattare l’orario del sonnellino o la paghetta, scendere ad un compromesso con il genitore cattivo. Bisogna “gioiosamente” distruggere tutto, affinché sia possibile una nuova gestalt immaginale, una nuova condizione post natale in cui tutto è possibile. Gioia e nichilismo? come possono morte  e amore andare a braccetto?  Da sempre distruzione e creazione sono antinomie in cerca di sintesi.

Nel volantino  rivendicativo è scritto :

“Abbiamo azzoppato Roberto Adinolfi, uno dei tanti stregoni dell’atomo dall’anima candida e dalla coscienza pulita”, si legge nella lettera della sigla Federazione anarchica informale, Fronte rivoluzionario internazionale (Fri), che sancisce la nascita del nuovo “nucleo Olga”. Il riferimento è a Olga Ikonomidou, attualmente in carcere e appartenente alla Cospirazione della Cellule di fuoco, gruppo anarchico greco che a partire dal 2009 ha rivendicato attentati in Grecia e l’invio di pacchi bomba ad ambasciate e governi stranieri nel 2010.

Le parole chiave: nel volantino  si legge ” con una certa gradevolezza“. Vedremo come il concetto di piacere nichilista nel distruggere e dare voce alla rabbia rivoluzionaria  come forma primaria di gioia, ritorna in Bonnanno e sia una parola chiave se non concetto totale attorno al quale matura una nuova visione insurrezionalista. La gioia , che è negata all’individuo dal capitalismo e dalla tecnocrazia, dal concetto di lavoro e di Stato, può essere ripresa in mano da ogni singolo individuo attraverso la riappropriazione dell’esistenza. L’atto insurrezionalista è atto liberatorio e catartico di piacere, piacere primario di sfogo , atto esistenzialista e freudiano, legato al principio di piacere.

Scrivono ( coerentemente con questa teorizzazione ) nel volantino rivendicativo:

“…Con una certa gradevolezza abbiamo armato le nostra mani, con piacere abbiamo riempito il caricatore. Impugnare una pistola, scegliere e seguire l’obiettivo, coordinare mano e mente sono stati un passaggio obbligato, la logica conseguenza di un’idea di giustizia”.

Alfredo Maria Bonanno, nel 2009 arrestato in Grecia per rapina a mano armata, poi rilasciato , scrive in uno dei suoi libri chiave ” La gioia armata” :

“La gioia armata”

Alfredo M. Bonanno

(A Parigi, nel 1848, la rivoluzione)

fu una vacanza senza principio e senza fine (Bakunin)

Ma perché questi benedetti ragazzi sparano alle gambe di Montanelli? Non sarebbe stato meglio sparargli in bocca? Certo che sarebbe stato meglio. Ma sarebbe stato anche più pesante. Più vendicativo e più cupo. Azzoppare una bestia come quella può anche avere un lato più profondo e significativo, oltre quello della vendetta, della punizione per le responsabilità di Montanelli, fascista e servo dei padroni. Azzopparlo significa costringerlo a claudicare, farglielo ricordare. E poi, è un divertimento più gradevole di sparargli in bocca, col cervello che gli schizza fuori dagli occhi. “

I contatti tra i compagni in grecia e gli Italiani, messicani, svizzeri etc. sono sempre stati forti. Ciò che contraddistingue questa frangia insurrezionalista è comprensibile se si analizza il suo simbolo: 5 frecce che convergono su un punto. Gli anarchici informali non si conoscono tra di loro, ma sanno chi è il nemico comune, non avendo un ‘organizzazione formale sono difficilmente individuabili e farebbe molto male lo Stato che promuove De Gennaro, fautore della mattanza alla Diaz, a mettere in campo l’esercito e punire i soliti noti. Gli insurrezionalisti sono cani sciolti, ce l’hanno con il resto del movimento, reo di essere morbido, ” cittadinista”, democratico.

E’ molto importante che non si inizi una drammatica esclation di caccia all’anarchico. Ai vertici dei servizi segreti si sa benissimo che questi soggetti non hanno contatti con il resto del movimento e talvolta neppure tra di loro. I giornalisti blasonati dalle loro colonne si indignino pure, com’è giusto che sia. La verità è una: vi diranno che si conoscono i soggetti terroristi, vi diranno che i colpevoli sono sempre gli stessi. Colpiranno i più deboli, avranno la giustificazione per riprendere vecchi personaggi impuniti e  pericolosi e veramente Eversivi ( Diaz, Bolzaneto, Genova, ce li ricordiamo tutti), per legittimare nuove violenze e scesa in campo dell’esercito. Fate ricerca sul web: nel frattempo i cani sciolti ammettono di restare impuniti e si costernano se (sempre nel frattempo)  ” compagni” pacifici verranno arrestati o torturati.

Affermare che si parli di delirio etc. non serve ad una vera informazione. Informazione che qualunque cittadino può tranquillamente trovare sul web così come ho fatto io .

Nello sparare non c’è nessuna gioia, capisco ” compagni” che abbiate letto Stirner, che vogliate sovvertire il vostro quotidiano. Ma il prezzo da pagare non è solo il vostro, non solo il vostro e se lo Stato è violento, non è con altrettanta violenza illegittima che si contrasta tutto questo. Malatesta, scriveva :

Che cosa vogliamo

Noi crediamo che la più gran parte dei mali che affliggono gli uomini dipende dalla cattiva organizzazione sociale, e che gli uomini volendo e sapendo, possono distruggerli.

La società attuale è il risultato delle lotte secolari che gli uomini han combattuto tra di loro. Non comprendendo i vantaggi che potevano venire a tutti dalla cooperazione e dalla solidarietà, vedendo in ogni altro uomo (salvo al massimo i più vicini per vincoli di sangue) un concorrente ed un nemico, han cercato di accaparrare, ciascun per sé, la più grande quantità di godimenti possibili, senza curarsi degli interessi degli altri. Data la lotta, naturalmente i più forti, o i più fortunati, dovevano vincere ed in vario modo sottoporre ed opprimere i vinti.”

Malatesta parlava di amore, solidarietà :

Il nostro ideale non è di quelli il cui conseguimento dipende dall’individuo considerato isolatamente. Si tratta di cambiare il modo di vivere in società, di stabilire tra gli uomini rapporti di amore e solidarietà, di conseguire la pienezza dello sviluppo materiale, morale e intellettuale, non per un dato partito, ma per tutti quanti gli esseri umani – e questo non è cosa che si possa imporre colla forza, ma deve sorgere dalla coscienza illuminata di ciascuno ed attuarsi mediante il libero consentimento di tutti”.

Fabrizio de Andrè cantava della signorina anarchia, legata alla libertà : E poi a un tratto l’AMORE scoppiò dappertutto.

L’amore, scoppiò dappertutto. Pensateci.

Chi è De Gennaro? ricordiamocelo un poco Grazie al Corriere della Sera e al Fatto quotidiano ( sull’assoluzione in cassazione) :

De Gennaro depistò le indagini per coprire l’insuccesso del servizio d’ordine

Pubblicata la motivazione della sentenza della Corte d’Appello: «Delitto contro l’attività giudiziaria»

MILANO – L’ex Capo della polizia – e attuale direttore dell’Asi, l’organismo che coordina i servizi segreti dell’Aisi e dell’Aise – Gianni De Gennaro, durante il G8 di Genova «aveva con evidenza l’interesse a non fare trapelare un suo diretto coinvolgimento nella vicenda Diaz». Lo scrivono nella motivazione della sentenza i giudici della Corte d’Appello di Genova (Maria Rosaria D’Angelo e Raffaele Di Napoli) che lo scorso 17 giugno condannarono De Gennaro ad un anno e 4 mesi di reclusione con pena sospesa e non menzione sulla fedina penale. Insieme a lui fu condannato anche l’ex capo della Digos di Genova all’epoca del G8 Spartaco Mortola, che ebbe 14 mesi. Secondo i giudici genovesi, De Gennaro dovette alterare «l’accertamento dei fatti, delle loro modalità e delle responsabilità politiche e penali, dei fatti posti in essere durante quell’operazione», ovvero durante l’irruzione alla scuola Diaz del 20 luglio 2001. I giudici sottolineano come l’intero servizio di ordine pubblico si rivelò un «insuccesso»: morì Carlo Giuliani, nella scuola Diaz non furono trovati i black bloc. Erano dunque necessari depistaggi. De Gennaro avrebbe freddamente ordinato all’ex questore di Genova Francesco Colucci di ritrattare le sue dichiarazioni al processo Diaz, così da scagionare completamente l’allora capo della polizia. E questo, secondo la Corte d’Appello di Genova, fu un «delitto contro l’attività giudiziaria».

ABUSO – I depistaggi emersero per puro caso: intercettando funzionari e artificieri, i giudici si sono imbattuti nelle telefonate di preparazione della testimonianza del questore Colucci. Da quelle telefonate emerse che «il capo avrebbe ordinato a Colucci di rivedere le precedenti dichiarazioni sulla presenza sul campo del portavoce del capo della Polizia Sgalla per aiutare i colleghi imputati nel processo per l’irruzione nella scuola Diaz». Questa strategia sarebbe stata messa a punto in una riunione privata tra Colucci e De Gennaro a Roma, un faccia a faccia che l’ex questore di Genova avrebbe evitato di menzionare al processo, «ulteriore conferma», si legge nelle motivazioni, «della consapevolezza e volontà dell’imputato De Gennaro della portata istigatrice e di suggerimento di una versione dei fatti al teste Colucci contrastante dalle precedenti dichiarazioni e con la realtà».

CARRIERE – «Bisogna che aggiusti un pò il tiro» è la frase che Colucci riferì all’ex capo della Digos Mortola dopo il colloquio con De Gennaro. Secondo i giudici d’appello, dunque, «la richiesta espressa ed esplicita di ritrattare» conteneva una minaccia: ripercussioni sulla carriera di Colucci «che proprio in quel periodo era in fase di valutazione per la progressione di carriera». De Gennaro, dunque, per il giudice «abusò anche della funzione pubblica esercitata e connessa al suo ruolo di Direttore generale del dipartimento della Pubblica Sicurezza».

http://www.corriere.it/cronache/10_dicembre_18/sentenza-G8-genova_bc3ee53a-0aa3-11e0-b99d-00144f02aabc.shtml

Il fatto Quotidiano :

“Ristabilita la verità”, commenta il numero uno dei servizi segreti. Con l’ex capo della Digos di Genova era accusato di aver pilotato la testimonianza dell’ex questore Colucci al processo per la sanguinosa irruzione nella scuola, avvenuta la notte del 21 luglio 2001. Il sostituto pg Iacoviello: “Reato difficile da provare”. Le parti civili: “Scelta surreale”

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/22/falsa-testimonianza-sulla-diaz-cassazione-assolve-gennaro-mortola/172428/

Un pensiero su “La verità sulla federazione anarchica informale. La psicologia della “gioia di sparare”

  1. Sei un idiota oltre che un’ignorante. Se proprio ci tieni a scrivere cazzate sul tuo sito allora ti rendo edotta sul fatto che l’ORAI non è mai esistita se non nella mente malata di un magistrato. E questo non lo dicono solo gli anarchici…l’ha detto la sentenza di Cassazione nel 2004.
    Su internet siete bravi a fare tutti i forcaioli, se poi vedete lo scippatore che ruba la borsetta alla vecchietta in autobus vi fate i cazzi vostri! Parassiti!

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